Stefano Bollani e Antonello Salis al Teatro Verdi di Pisa
Salis- Bollani si sa è una certezza. Nessuno potrebbe mai neppure immaginare di trovare un difetto nell’esecuzione di due Maestri del jazz. Le loro diverse carriere sono state il fiore all'occhiello del jazz italiano e Bollani è stato capace di aprirsi al grande pubblico ed uscire dalla nicchia ( leggermente spocchiosa) in cui normalmente il jazz risuona. Premessa fatta, lo spettacolo di Mercoledì 15 Aprile al (gremito) Teatro Verdi di Pisa ha avuto due sbavature, più di sostanza che di forma. Gli artisti si sono mossi con la maestria di chi pensa in musica, parla in musica e si muove a tempo di musica. Peccato che a volte, dal mio palchetto in secondo ordine, ho avuto la strana sensazione di non essere stata invitata al loro gioco, che fossero solo in due a divertirsi e non in 1002. Per questo a un certo punto ho pensato che forse la grande capacità tecnica e le splendide idee sonore a poco servissero se non messe al servizio dell’ascoltatore. Di seguito a questo ho notato, invece, molto entusiasmo tra gli spettatori. Ecco la seconda piccola sbavatura. Il pubblico ampio, partecipativo e anche molto attento forse è troppo abituato a fruire e non a condividere con gli artisti sul palco. Salis e Bollani sono stati capaci di costruire un castello di note, suoni, armonie e colori splendido. Peccato che ci abbiano lasciato fuori dal ponte levatoio, mentre loro salutavano dalla torre. LOOKING4 YES! ( con riserva)
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Ottobre 2015
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